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Avrò fatto la cosa giusta? L’ansia da prestazione dei genitori

Essere genitori lo si sa, è una delle cose più difficili al mondo: occorre amore, impegno, sacrificio e molto altro. L’essere genitori è una dimensione soggettiva, ognuno esercita il proprio ruolo sulla base della propria individualità fatta di modelli, credenze, atteggiamenti e  affettività….spesso però nel fare e soprattutto nell’essere genitori tendiamo a provare un intimo sentimento di preoccupazione, inadeguatezza misto a senso di colpa…come se essere genitori fosse un compito da eseguire……una prestazione da realizzare!…e di  rimando, nella nostra mente idee fisse girano, ricorrono, a volte sono fastidiose e le vorremmo tanto mandare via….idee che riguardano il come vorremmo essere  genitori, che molto spesso è molto lontano  da come lo siamo in realtà. Vorremmo essere sempre capaci, all’altezza della situazione, mostrare a noi stessi e a gli altri che siamo “bravi”, competenti…..magari suscitando anche l’ ammirazione altrui…..ma non ci riusciamo spesso, anzi….sembra che più ci sforziamo in tal senso, più la distanza aumenta…come se stessimo percorrendo una strada che non ha mai fine. Faticoso.

In questo specifico momento storico, assistiamo ad un profondo cambiamento socio-culturale e ad una costante e continua ricerca di conferme del nostro valore….se realizziamo, se facciamo, se siamo come “cultura comanda”, allora valiamo…siamo degni di esistere. Ci poniamo spesso standard di comportamento elevati, annaspiamo nella costante voglia di primeggiare, in  preda alla competizione…gli altri sono osservatori attenti, mi giudicano e io voglio fare bene soprattutto per essere accettato, ammirato e perché no…suscitare invidia. Il mio comportamento però non è solo dato dalle influenze socio-culturali che mi arrivano e che mettono in primo piano l’individualismo, l’egoismo e la prestazione…ma anche e soprattutto dal contesto familiare di provenienza….e da quello scolastico. Se io ho avuto una famiglia che mi ha amato in modo condizionato ( ti voglio bene se “rendi” e se sei come noi ci aspettiamo….) è probabile che da grande io mi sentirò accettato, amato, voluto e considerato se realizzo ciò che gli altri o la società si aspetta da me. E miei bisogni? Ci sono molte persone che vivono costantemente in Ansia, con rigidità mentali accompagnate da ideali incredibili di perfezionismo e del COME DEVO ESSERE…..devo essere una brava mamma, un bravo babbo non picchia i propri figli….devo cercare di essere più autoritario…….bisogna che metta delle regole……devi essere bravo a scuola…devi fare la brava bambina…..bisogna che mi impegni di più……devo farlo!….ecc….lista infinita di Devo….Bisogna…..che rappresentano rigidità mentali, frutto di un sé ideale verso il quale vorremmo tendere, ma che per lo più ci rende incapaci di accettarci così come siamo, con pregi e difetti. Avere un Sé ideale “grandioso” o troppo alto ( ciò che vorrei essere) rispetto al nostro Sé reale (ciò che sono) porta le persone verso un eterna rincorsa in cui il motore per eccellenza è rappresentato dall’Ansia. Il termine Ansia deriva dal latino, Anxia da Angere…letteralmente stringere e la possiamo definire come la condizione generale di attivazione delle risorse mentali e fisiche del soggetto. Entro certi limiti è funzionale all’ottimizzazione delle prestazioni…quando invece è patologica compromette l’efficacia del funzionamento del soggetto. Che cosa accade? Quando ci troviamo davanti ad un evento nuovo, che non conosciamo…..il nostro sistema di difesa ( scopo: sopravvivenza),  risponde….attivando stress che si manifesta a livello corporeo ( cuore con palpitazione, respiro più frequente, rene con frequente bisogno di urinare, intestino con spasmi al colon) e di comportamento ( attacco, fuga o immobilismo). Es. Vedo un serpenteà pericolo per la mia sopravvivenzaàinizio a sudare, palpitazioniàrisposta: fuga o immobilismo. Questa è ansia “efficace”. Quando invece parliamo di ansia patologica intendiamo quel generale sentimento di preoccupazione e incertezza che ci accompagna, anche in assenza di stimoli o eventi reali, pericolosi. Cosa succede nella mente? Lo stimolo lo sopravvaluto o lo vedo nei dettagli, tendo a catastrofizzare  e a rimuginare….ho paura dell’ incertezza….seguo un perfezionismo estremo e dubito costantemente di quello che faccio, bisogno di rassicurazione altrui….: “ma secondo te, ho fatto bene?….ripetuto 10 volte!”. Siccome il nuovo, l’incerto, l’ignoto mi fa paura e mi crea ansia…per stare “tranquillo” ho bisogno di controllare l’ambiente e me stesso. L’ansia ci accomuna tutti, la provano gli adulti…come i bambini e gli adolescenti e dipende molto dal rapporto che ho con me stesso e dal significato che do alla realtà che vivo. Per quanto riguarda l’ansia da prestazione, essa fa riferimento alla preoccupazione costante che mi colpisce davanti ad un compito o ad una prestazione. Sento di non essere all’altezza…..vorrei essere o fare come l’ideale che ho…ma non ci riesco….non sono più in grado di controllare ciò che accade…..AIUTO! come abbiamo detto oggi la genitorialità è vissuta spesso come compito, come ruolo….annaspando e rincorrendo un ideale che abbiamo nella testa, quello del genitore perfetto…..che non si arrabbia mai, che sa sempre cosa dire e cosa fare, che non sbaglia, che è sempre sulle righe…che non ha sensi di colpa….che vive l’essere genitori senza dubbi, perplessità, riflessioni. POSSIBILE? Dal mio punto di vista difficile…..Succede spesso che alcuni genitori che vogliano aderire a questo mito di perfezione, vengano assaliti da ansia alle prime bizze o capricci del bambino….in testa hanno un modello di come devono essere loro e il bambino e nella realtà accade ciò che non avevano previsto….non riescono più a controllare ciò che succede…si sentono inondati, intimoriti. Risposte varie : attaccoàaggressività; Fugaàfaccio finta di nulla; ImmobilismoàCi penso venti giorni su—Rimuginazione mentale. Come abbiamo visto essere genitori rappresenta uno dei “mestieri” più difficili, ma arricchenti dell’intera esperienza umana. Spesso però ci auto limitiamo o auto-sabotiamo noi stessi mettendo in circolo atteggiamenti e comportamenti deleteri per noi e per gli altri. Lo facciamo quando seguiamo alla lettera la parte di noi più critica, normativa….quella che ci vuole in un  certo modo (Ideale)….quando non ci riusciamo ci sentiamo in ansia…irrequieti…in colpa….

Forse il segreto non è rincorrere, ma provare a stare e vivere l’essere genitore giorno per giorno….non ci sono numeri, non ci sono prestazioni. Essere genitore non è un compito ma uno stato, un modo di essere, per cui non ci sono genitori buoni o cattivi…ma diverse modalità di interpretare la realtà . Ciascuno  ha la propria.

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